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al testo proposto da Laura Turra
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Un uomo, che alcuni ritenevano saggio, dichiarò che dopo Auschwitz non fosse più possibile alcuna poesia. Sembra che delle poesie l’uomo saggio non abbia avuto alta considerazione – quasi che queste servissero a consolare l’anima di sensibili contabili o fossero vetri intarsiati attraverso i quali si guarda il mondo. Noi crediamo che le poesie siano ridiventate possibili ora più che mai, per la semplice ragione che solo in poesia si può esprimere ciò che altrimenti sarebbe superiore a ogni descrizione.